22 marzo 2022 — Comunicato stampa

Le grandi aziende alimentari europee lottano per preservare il patrimonio mondiale di Doñana in Spagna

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, 23 importanti rivenditori, commercianti e produttori di frutta europei hanno dato il via ad una campagna per la sopravvivenza del più antico parco nazionale spagnolo e patrimonio mondiale dell’UNESCO, la zona umida di Doñana. Chiedono congiuntamente al governo regionale andaluso di fermare l’uso agricolo illegale di 1.900 ettari invece di legalizzarlo come previsto.  

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Erdbeeren

Le aree – per le quali al momento non esiste un’autorizzazione – vengono utilizzate per coltivare abusivamente bacche (fragole, lamponi, mirtilli e more) e sono irrigate grazie ai pozzi illegali, che attingono direttamente alla falda. Anche se Doñana fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO ed è protetto dal 1969, vengono utilizzati ancora oggi più di 1.000 pozzi illegali, che minacciano l’habitat degli uccelli migratori e di specie rare come la lince iberica.

I 23* firmatari della lettera di protesta, messa a punto dal WWF, rappresentano una grande parte del commercio alimentare in tutta Europa. Ecco le richieste al governo regionale: respingere l’amnistia, chiudere le aziende agricole abusive e attuare pienamente il piano di agricoltura responsabile concordato nel 2014 - il cosiddetto “Piano Fragola”. “I principali rivenditori europei e le aziende del settore della frutta stanno dicendo chiaramente che questo piano di amnistia va bloccato e non può entrare in vigore, poiché minaccia il futuro della Doñana così come l’industria legale della frutta”, spiega Stuart Orr, WWF Global Freshwater Lead. “L’industria si è unita al coro degli ambientalisti, alla Commissione europea, alla Corte di giustizia dell’UE, alle organizzazioni internazionali (Unesco, Ramsar e IUCN), agli scienziati e al governo spagnolo. Tutti condannano questo piano”. 

Dalla Svizzera, hanno firmato i rivenditori Aldi Suisse, Coop, Denner, Lidl, Migros, Spar, Valora e Volg. “Sono lieto di questo sostegno unanime da parte della Svizzera. Questo dimostra quanto sia stata presa sul serio la questione da parte dei commercianti”, dice Sylvia Meyer, Senior Manager Sustainable Markets del WWF Svizzera. 

La coltivazione di bacche sulle aree attorno alle quali si discute e che potrebbero ricevere l’amnistia è stata finora doppiamente illegale. Sylvia Meyer spiega: “Sia la terra su cui crescono le bacche che l’acqua usata per l’irrigazione sono usate illegalmente. Questo è quanto stabilito dalla legge sin dal 2014. Da allora le autorità andaluse non hanno preso provvedimenti contro i terreni e i pozzi abusivi”. La prevista amnistia delle coltivazioni illegali ora premia gli agricoltori che non rispettano le leggi e sfruttano eccessivamente la natura. “Doñana è troppo importante sia per le persone che per la natura per essere sacrificata per qualche azienda agricola abusiva di fragole”, dice Juan Carlos del Olmo, CEO del WWF Spagna. “Insieme, possiamo proteggere Doñana e aiutare a promuovere la biodiversità, rafforzare la resilienza climatica e sostenere un’industria frutticola responsabile che va a favore degli agricoltori locali e i consumatori europei. Speriamo che questo messaggio arrivi anche al governo andaluso”.

La legge che va a legalizzare l’amnistia arriva sei mesi dopo che la Corte di giustizia europea ha emesso una sentenza storica che condanna la Spagna, in quanto si sta facendo ancora troppo poco per fermare la distruzione della Doñana. Le cause segnalate riguardano in primo luogo “l’estrazione sproporzionata delle acque sotterranee”. Non solo: è da un anno che l’UNESCO, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e la Convenzione di Ramsar sulle Zone Umide hanno fatto 15 raccomandazioni per proteggere Doñana. Soprattutto per centinaia di migliaia di uccelli migratori, il prosciugamento della zona umida sarebbe un disastro. Hanno bisogno di questo luogo di riposo nel loro viaggio dal nord Europa all’Africa. 

Lo scenario: fragola, un frutto assetato 
Marzo è il picco della prima stagione delle fragole. La maggior parte dei frutti rossi che si trovano ora sugli scaffali crescono nel sud secco della Spagna. Per produrre un chilo di fragole, servono circa 300 litri d’acqua: è quanto serve per riempire una vasca da bagno e mezzo. Acqua che però è essenziale per la sopravvivenza degli animali e delle piante che vivono e crescono all’interno delle zone umide di Doñana. In Svizzera, la disponibilità d’acqua è molto più alta che nella secca Andalusia. Il WWF raccomanda quindi di comprare fragole biologiche locali quando sono di stagione, cioè da metà/fine maggio circa.

*I firmatari sono: ALDI Einkauf SE & Co. oHG, ALDI SOUTH Group/HOFER KG, Asda Stores Ltd, Axfood AB, Coop Genossenschaft, Denner AG, EDEKA ZENTRALE Stiftung & Co. KG, innocente Ltd, Kaufland Stiftung & Co. KG, Lidl Foundation & Co. KG, Migros Genossenschaftsbund, Wm Morrison Supermarkets Ltd, Netto Marken-Discount Stiftung & Co. KG, Orkla Foods Sverige AB, REWE Group, J Sainsbury plc, SPAR Holding AG (Svizzera), SVZ International B.V., Tesco Stores Ltd, Valora Holding AG, Volg Konsumwaren AG, Waitrose Ltd e World Wide Fruit Ltd.

Contatto:
Susanna Petrone, Responsabile della Comunicazione WWF Svizzera, susanna.petrone@wwf.ch, +41 76 552 18 70