Fauna selvatica: i vincitori e i vinti del 2025

Nel 2025 nei Carpazi rumeni hanno ricominciato a nascere piccoli di bisonte in libertà, simbolo del successo dei programmi di reintroduzione dopo che si erano estinti. Tuttavia, il ritorno del bisonte (Bison bonasus) rappresenta ben più del mero salvataggio di una specie, è l’emblema del rinnovamento di interi ecosistemi. I bisonti sono i più grandi mammiferi terrestri e spesso vengono definiti gli «architetti della foresta»: quando pascolano, infatti, calpestano la vegetazione e fertilizzano il terreno, coadiuvando la rigenerazione di praterie e foreste. Ecco perché il loro ritorno giova a innumerevoli specie vegetali e animali.

Il pipistrello di Livingstone (Pteropus livingstonii) vive esclusivamente su due isole dell'arcipelago delle Comore, nell'Oceano Indiano occidentale. Grazie a interventi di tutela ad hoc, con i suoi 1200-1500 esemplari circa ora la popolazione è considerata stabile, cosicché nel 2025 il suo status secondo la Lista Rossa è stato declassato da «in pericolo critico» a «in pericolo». Di fondamentale importanza è stata la geolocalizzazione con GPS dei singoli pipistrelli, identificando così importanti luoghi dove si ritirano per dormire e mangiare. È stata la base su cui si sono stipulati gli accordi con i proprietari terrieri a favore della conservazione proprio di questi siti. 

All'inizio del XX secolo caccia e bracconaggio hanno causato la scomparsa della lince (Lynx lynx) dalla Svizzera. Nel 1971 è stato poi reintrodotto in natura un primo esemplare nel Canton Obvaldo, creando così le basi per una popolazione elvetica di linci che conta più di 300 esemplari: è la più grande dell'Europa occidentale. Non si è riusciti però a far incrociare tra loro le diverse popolazioni, né a eliminare importanti ostacoli alla loro diffusione, motivo per cui le popolazioni versano ancora in una situazione di isolamento e impoverimento genetico. I difetti genetici dovuti alla consanguineità minacciano così di vanificare i successi finora raggiunti.  

Per questa categoria l'aggiornamento della Lista Rossa per il 2025 presenta un andamento allarmante. Considerata la totalità delle specie ornitologiche al mondo, il 61% è in diminuzione, una cifra nettamente superiore al 44% dell'ultima valutazione completa del 2016. Risultano colpite anche specie presenti in Svizzera, come la gallinella terrestre e il beccaccino. Le cause principali sono la distruzione e la frammentazione degli habitat ascrivibili all'espansione e all'intensificazione dell'agricoltura, all'impermeabilizzazione del suolo e alla deforestazione. Ciò comporta anche la perdita di funzioni importanti: gli uccelli sono infatti indispensabili impollinatori, predatori naturali di parassiti, necrofagi, senza dimenticare poi che si occupano di spargere i semi.

Nel 2025 il gatto di Temminck (Catopuma temminckii) è stato inserito nella Lista Rossa come specie «vulnerabile» a causa della diminuzione della popolazione, stimata al 34% nel corso di vent’anni. Ormai la popolazione globale conta soltanto 7000 esemplari adulti circa, mentre numerose sottopopolazioni del Sud-Est asiatico sono già scomparse. Il fattore principale di tale crollo è la caccia illegale, ma la specie è minacciata anche dalla crescente perdita degli habitat. Vi sono alcune roccaforti con popolazioni sane che infondono speranza per il futuro, ma in assenza di un rafforzamento degli interventi contro il bracconaggio si profila purtroppo un ulteriore declino delle popolazioni.