Conferenza sui cambiamenti climatici: il futuro è delle rinnovabili
Poco prima della fine del 2023, il mondo guardava in trepidante attesa a Dubai, luogo dove si sono riunite le Nazioni Unite in occasione del vertice sui cambiamenti climatici (COP 28). Dopo difficili negoziati, la conferenza sul clima si è conclusa con un accordo storico: la comunità internazionale sta abbandonando il carbone, il petrolio e il gas come fonti energetiche. Alle parole altisonanti devono ora seguire i fatti, anche in Svizzera.
Un nuovo record per le temperature: il 2023 scalza il 2016 come anno più caldo mai registrato. È con questa consapevolezza che i partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si sono riuniti a fine novembre.
Tuttavia, nonostante l’urgenza della situazione, gli auspici di un risultato deciso sembravano deboli: la COP (Conferenza delle Parti) 28 si è svolta nello Stato petrolifero degli Emirati Arabi Uniti, sotto la presidenza del capo della compagnia petrolifera Al-Jaber. La lobby dei combustibili fossili si è presentata con un numero di rappresentanti tre volte superiore a quello della COP 27; l'OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) aveva poi promesso ai suoi membri sin dall'inizio che si sarebbe opposta a un allontanamento dai combustibili fossili. Tutto ciò ha portato a negoziati accaniti e numerosi ostacoli.
Ci si rallegra quindi ancor di più che la COP 28 si sia conclusa con un risultato storico, dando il via alla decisione più importante dopo l'Accordo di Parigi sul clima del 2015: la comunità internazionale abbraccia l’abbandono dei combustibili fossili, anche se solo entro il 2050 e senza un percorso di eliminazione vincolante.
Rispondiamo qui ad alcune domande a carattere generale sulla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sui risultati e sulle conseguenze della COP 28.
Cos’è la COP28?
La COP 28 è la 28° riunione dei 197 Paesi firmatari della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici del 1992. Si tratta di incontro mondiale sul clima con cadenza annuale: tutti i Paesi, grandi e piccoli, si incontrano per promuovere la protezione del clima a livello mondiale e mitigare le conseguenze della crisi climatica attraverso finanziamenti congiunti. Nel 2021 la COP si è tenuta a Glasgow, nel Regno Unito, nel 2022 a Sharm El-Sheikh, in Egitto, e nel 2023 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. L'anno prossimo la conferenza avrà luogo a Baku, in Azerbaigian.
Perché la COP è importante?
La crisi climatica è un problema globale. Tuttavia, se i Paesi occidentali ricchi e industrializzati ne sono i principali responsabili, sono quelli del Sud del mondo a soffrirne maggiormente. L'Occidente deve pertanto assumersi le proprie responsabilità e ridurre le emissioni, stanziare finanziamenti per il clima e sostenere i Paesi più poveri. Poiché non esiste un governo mondiale in grado di imporre questo principio con equità per tutti, le conferenze mondiali sul clima risultano essere estremamente difficili, e proprio per questo ancora più importanti. In questa sede si stipulano infatti accordi vincolanti finalizzati a risolvere la crisi climatica a livello globale.
Quali sono dunque i risultati più significativi della COP 28?
La comunità internazionale si è impegnata a eliminare gradualmente carbone, petrolio e gas entro il 2050. Tuttavia, l'abbandono dei combustibili fossili può avere successo solo se al contempo si procede al potenziamento delle energie rinnovabili. Pertanto, è estremamente importante che si sia deciso di triplicare le capacità delle rinnovabili da qui al 2030 e di aumentare l'efficienza energetica del 4% l'anno. Sono state così individuate misure concrete per raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni globali del 43% entro il 2030.
Gli accordi sono sufficienti?
Anche se è stato lanciato un chiaro segnale che annuncia la fine dei combustibili fossili, non si è ancora definito un percorso vincolante. Gli accordi non risultano quindi sufficienti, poiché la combustione delle fonti fossili causa oltre l'80% delle emissioni globali di CO2.
Tuttavia, il WWF considera il risultato come un parziale successo, un segnale per tutte le imprese, le banche e le assicurazioni: gli investimenti in nuove infrastrutture legate ai combustibili fossili non sono più sostenibili.
Cosa significa questo per la Svizzera?
Allo stato attuale, la politica elvetica non soddisfa nessuno degli obiettivi climatici: bisogna apportare notevoli miglioramenti. Inoltre, la Svizzera deve sfruttare il prossimo anno per generare fondi aggiuntivi nel settore del finanziamento per il clima. Alla prossima Conferenza sui cambiamenti climatici a Baku, in Azerbaigian, i finanziamenti internazionali a favore del clima dovranno subire un deciso incremento, con obblighi corrispondenti per i Paesi industrializzati abbienti, tra cui la Svizzera. I finanziamenti per il clima dovrebbero coprire i costi conseguenti alla crisi climatica per i Paesi del Sud globale, che contribuiscono poco alle sue cause ma ne sono maggiormente colpiti.